Viene pubblicato negli Stati Uniti dalla Atlantic, esattamente cinquant’anni fa, il secondo album in studio dei Led Zeppelin, chiamato semplicemente “Led Zeppelin II”.
Il gruppo, dopo essersi affermato su entrambe le sponde dell’Atlantico grazie al poderoso primo album, con il secondo disco mette a punto l’album di hard rock per eccellenza, il punto di riferimento imprescindibile per accostarsi al nascente genere.
Il disco è aperto da “Whole Lotta Love”, in assoluto il capolavoro del gruppo: caratterizzato da un riff potentissimo di Jimmy Page, da un lavoro chitarristico e vocale da brivido e da un tappeto ritmico devastante, questo brano meglio di qualunque altro evidenzia le potenzialità del gruppo, sia come insieme che come singole individualità.
“What is and What Should Never Be” è un blues caratterizzato da improvvisi “sbalzi di temperatura” così come “Bring it on Home”, mentre “The Lemon Song” è un brano molto poderoso (anche se faceva parte, già dall’ottobre ’68, del repertorio live del gruppo).
“Thank You” è invece un pezzo dolcissimo e sognante, mentre “Heartbreaker” e “Moby Dick” (contenente un fantastico assolo di John Bonham che cercava nuove sonorità percuotendo la batteria a mani nude) si accostano a Whole Lotta Love, divenendo i prototipi del brano duro e pesante.
Una menzione a parte merita infine “Ramble On”, un brano dove atmosfere acustiche e vigorose sterzate elettriche si rincorrono puntellando un’eccellente performance vocale di Robert Plant ed un lavoro dannatamente azzeccato da parte di tutta la band.
Questi nuovi brani arricchirono lo “stage-act” dei Led Zeppelin e di solito Whole Lotta Love concludeva i concerti del gruppo in un crescendo di potenza sonora.
L’album raggiunse la prima posizione nelle classifiche Billboard per diverse settimane ed è tuttora considerato uno dei migliori dischi rock di tutti i tempi.
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